Da un progetto open source è nata una tecnologia che semplifica e rende automatico il deployment delle applicazioni containerizzate. Basato sul kernel di Linux, Docker consente di isolare applicazioni e processi, ovvero di eseguirli in modo indipendente, aumentando così la sicurezza ma allo stesso tempo permettendo di sfruttare l’infrastruttura già prevista nel sistema informatico del cliente.

Si potranno realizzare container che funzionano come macchine virtuali modulari estremamente leggere, facili da costruire, distribuire, copiare e spostare da un ambiente all’altro. Docker permetterà non solo di eseguire i container, ma anche di effettuare rollback su versioni precedenti, di “riciclare”, su applicazioni nuove, processi già realizzati (riducendo anche i tempi di configurazione, esecuzione, provisioning delle risorse hardware), di accorciare il deployment, di controllare e distribuire facilmente le nuove versioni.

Tutto questo contribuirà a sveltire il proprio lavoro e a evitare spiacevoli imprevisti, come ben sanno alcuni clienti illustri di Docker quali PayPal, eBay e Uber. Tipicamente ciò che è dentro un container è responsabilità dei Dev, ma ciò che sta alla base e intorno è una faccenda da Ops: i container Docker permettono di individuare quello che è il punto di osmosi tra Dev e Ops e allo stesso tempo di tracciare una linea di demarcazione tra le rispettive aree di responsabilità.

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